Origini del Gallo Verde

Il sistema di management ambientale comunitario “GALLO VERDE”: dall’occuparsi dell’ambiente, all’agire per l’ambiente.

“La città dell’utopia è arrampicata sulle colline del Burgerland, nell’Austria più profonda, ai confini con l’Ungheria, tra campi di mais e foreste di pini. In questa città è stato raggiunto il sogno di trasformare un’utopia in realtà: un‘isola pulita che produce da sé, con quello che la natura gli mette a disposizione, tutta l’energia di cui ha bisogno. Il sole, il legno, il mais, i grassi vegetali, i rifiuti a Güssing si trasformano in riscaldamento, elettricità, gas, carburante per le auto”.Desidero presentare il progetto Gallo Verde proprio a partire da questa affascinante storia (reale per altro) comparsa sul quotidiano “Repubblica”di questi ultimi giorni, perché mi permette di affermare subito che il progetto Gallo Verde non è utopia, non è illusione, ma il frutto della riflessione e dell’impegno concreto ed appassionato di fratelli e sorelle che hanno scommesso sul fatto che, tra il disinteresse di tanti per il nostro pianeta malato ed un certo “ambientalismo integralista”di pochi, esiste la concreta possibilità – come singoli individui e come comunità – di “fare anche noi qualcosa di concreto e tangibile per questo nostro pianeta sofferente”.

Gallo VerdeMagari non si raggiungerà quello che in Austria è stato realizzato, ma ci si muove, ci si impegna e si cerca – ognuno secondo le proprie possibilità – di contribuire alla salvaguardia del Creato.

Ma che cos’è, dunque, questo sistema di gestione ambientale delle strutture e delle attività di una comunità denominato, appunto, Gallo Verde ? E perché un sistema di gestione ambientale  nelle Chiese e per le Chiese ?

Tutte le organizzazioni – e tra queste anche le comunità ecclesiastiche – consumano energia termica, energia elettrica, acqua, materiali da ufficio, producono rifiuti, ecc. Si tratta, in ogni caso, di „comportamenti“ e di azioni che – in misura maggiore o minore – determinano impatti significativi sull’ambiente. Poiché un sistema di management ambientale è capace di contribuire ad un costante, continuo ed efficace miglioramento dei nostri impatti sull’ambiente, solamente nella misura in cui si avvale di una larga e condivisa partecipazione dei diversi attori, le conseguenti azioni concrete a favore di una “società più amica dell’ambiente” hanno successo se le diverse organizzazioni riescono a motivare i propri collaboratori e le proprie collaboratrici ad operare attivamente e  concretamente per l’applicazione di un tale sistema.

Sulla base di queste considerazioni, da pochi anni, in Germania si è sviluppato il Progetto Gallo Verde, alla collaborazione tra la Chiesa Evangelica del Württemberg (Germania) ed il KATE e.V. di Stoccarda (Ufficio di contatto per lo sviluppo e l’ambiente) ed il sostegno ed il patrocinio della Fondazione Statale Tedesca per l’ambiente, sulla base della certificazione europea volontaria di audit ambientale EMAS (Eco Management and Audit Scheme) appositamente adattata ed armonizzata alle particolari condizioni delle strutture ecclesiastiche.

Il Sinodo della Chiesa Evangelica del Württemberg decise poi, nell’autunno del 2002, di applicare questo sistema nelle proprie comunità. A seguito di questo “input” iniziale, numerose altre chiese evangeliche regionali e diocesi tedesche (comunità, strutture diaconali, case della chiesa, conventi e monasteri, ecc.) hanno aderito a questa iniziativa, a testimonianza anche del suo carattere ecumenico. E così, oggi, in Germania più di 200 comunità e strutture ecclesiastiche di 15 tra chiese evangeliche regionali e Diocesi sono attive “nell’impegno  attivo per la salvaguardia del Creato”, arrivando anche a costituire una rete ecumenica chiamata KirUm „Kirchliches Umweltmanagement“ (Management ambientale comunitario) per garantire uno standard omogeneo ed un effetto moltiplicatore al progetto.

La conservazione del Creato è una responsabilità centrale della Chiesa: „"Crediamo in Dio, Creatore del cielo e della terra e noi comprendiamo la responsabilità per il Creato come compito centrale della chiesa” così è scritto nelle linee-guida teologiche della Chiesa Evangelica Regionale del Baden: il sistema di management ambientale Gallo Verde diventa un cammino sistematico che lega fortemente il nostro agire e le nostre responsabilità di singoli credenti e di chiesa nella custodia del Creato e dell’ambiente in cui viviamo, mediante semplici ma significativi passi nelle strutture e nelle normali attività delle nostre chiese.

Un processo, dunque, basato su una partecipazione volontaria che, nell’ottica di una responsabilità condivisa e ricercando un contributo “allargato”, si impegna per un futuro più rispettoso del Creato.

Ma che cosa possono fare, concretamente, le comunità per assumere questa responsabilità? Innanzitutto porsi alcune delle seguenti domande:

Quanta energia elettrica o termica, quanta acqua, quanta carta consuma la nostra comunità ogni anno ? Quanti rifiuti produciamo per le nostre attività ecclesiastiche ? Oppure ancora: quanto sono diffusi nella nostra comunità, l’interesse e la consapevolezza della centralità di questi aspetti nella nostra vita quotidiana? 

In seguito, farsi convincere dal fatto che è possibile ed è alla nostra portata adottare comportamenti ed  azioni (anche nella nostra vita quotidiana) capaci di rendere sistematico e duraturo il nostro impegno per migliorare e ridurre l’impatto ambientale del nostro agire.

Tutto questo è realizzabile attraverso il progetto Gallo Verde: un sistema che fissa obiettivi chiari e concreti e che porta ad adottare azioni ed interventi sostenibili secondo un percorso definito, ma al tempo stesso sufficientemente elastico, che si snoda in 10 passi, con cui vengono fissatiazioni, responsabilità e loro temporalità. Si va, infatti, dalla decisione ufficiale della Chiesa di aderire al progetto Gallo Verde, fino alla certificazione finale, attraverso differenti fasi e procedure.


Attraverso questi “semplici ma significativi passi”  - senza dover per questo stravolgere del tutto le nostre abitudini eccessivamente  “consumistiche” – è possibile ottenere molteplici obiettivi, tra i quali:  

  • rilevare in modo sistematico gli effetti (impatti) delle attività della comunità sulle persone e sull’ambiente, rendendo possibile valutare il potenziale di risparmio energetico (energia elettrica e termica, consumo di acqua, produzione di rifiuti, acquisti eco-solidali, ecc.) in misura tale da rendere possibili azioni ed interventi per un costante e continuo miglioramento del bilancio ambientale, nonché una riduzione dei costi per le comunità.

  • Rafforzare  la comunicazione all’interno della comunità, attraverso specifici processi comunicativi aventi molteplici scopi: dal favorire la collaborazione condivisa dei diversi collaboratori della comunità, alla definizione di una cultura organizzativa e comunicativa capace di rafforzare la motivazione dei partecipanti al progetto e di trasmettere un’immagine positiva all’opinione pubblica. 

  • Effetto sugli altri (effetto moltiplicatore): il Gallo Verde, infatti, è una certificazione ambientale che permette alla comunità di „mostrare“ il proprio“ impegno concreto per la salvaguardia del Creato, tanto al suo interno, quanto anche verso l’esterno.

Infine, un’ultima domanda: perché il “Gallo Verde” proprio a Milano ? In realtà tutto è nato in maniera tanto spontanea quanto – se vogliamo -  casuale: chi scrive si è formato tre anni or sono in Germania, come auditor ambientale nell’ambito del Progetto Gallo Verde. Arrivato a Milano due anni fa, ha parlato di questa possibilità ad alcuni membri della comunità Valdese di Milano i quali, colpiti “da improvviso entusiasmo” hanno detto “vorremmo applicare questo progetto anche nella nostra comunità”. Successivamente la proposta è stata presentata al Consiglio di chiesa della comunità, prima, ed all’Assemblea di chiesa appositamente convocata, poi. Il resto l’hanno fatto l’interesse, l’impegno e, perché no, l’entusiasmo che questa possibilità “di fare qualcosa per il “giardino” che Dio ci ha posti a custodire, ha suscitato nella maggioranza. Il progetto è stato dunque approvato dalla Chiesa Evangelica Valdese di Milano. Non si tratta certamente di copiare, o magari di scimmiottare un esperienza fatta da un paese “molto più ecologista” del nostro, ma di seguire un percorso basato su esperienze concrete, utili, positive ed alla portata delle nostre chiese. Non vogliamo (anche perché non siamo capaci) creare anche noi “la città o la chiesa dell’utopia” – come qualcuno ha definito l’iniziativa del paese austriaco di cui parlavamo all’inizio, ma nemmeno arrenderci ad uno dei luoghi comuni più diffusi nel nostro Paese: “tanto io, nel mio piccolo, non posso fare nulla contro l’inquinamento, il cambiamento climatico, l’effetto serra, lo spreco di risorse e l’inquinamento...”.

A Milano, come in ogni angolo di questo nostro meraviglioso pianeta, vale assolutamente la pena impegnarsi per un futuro migliore da lasciare alle generazioni che verranno dopo di noi. Il Gallo Verde, ci da una piccola mano in questa direzione. La comunità di Milano ha già superato la seconda tappa di questo processo con la volontà di arrivare sino alla fine e con la speranza che altre chiese e altre comunità possano decidere “che ne vale davvero la pena”.