La Goccia e la Città

Tutti insieme, per il Tempo del Creato, ci siamo trovati a Milano il 3 ottobre per un cammino che ha declinato in due luoghi verdi della città, nel quartiere Bovisa e in Villapizzone, l’impegno più vasto dei credenti nei confronti del verde e della natura sulla Terra.

Cattolici (SAE e parrocchia GMG), protestanti (Gallo Verde valdese e chiesa battista), ortodossi e laici (comitato La Goccia) hanno iniziato il percorso alla stazione Bovisa, con l’introduzione di Elza Ferrario che ha ricordato il legame tra il dramma dei migranti e la desertificazione derivata dai cambiamenti climatici, conseguenza dello stile di vita dei Paesi ricchi.

 Il pastore Massimo Aprile, rifacendosi al Levitico che invita a lasciare le spighe dimenticate a poveri e stranieri, ha citato il filosofo Edgar Morin, il quale si augura che “la attuale festa dell’abbondanza si traduca anche in festa di generosità”. Come questo non stia succedendo nella nostra città lo ha raccontato l’architetto Gabriele Mariani: il “modello Milano” in realtà offre laute occasioni ai fondi immobiliari internazionali, ma lascia irrisolto il drammatico problema delle case per i meno abbienti.

La successiva tappa si è svolta al parco La Goccia. Maria Fiscon, del comitato, ha ricordato che si tratta di uno dei molti spazi verdi per la cui conservazione i cittadini si sono mobilitati (Piazza d’Armi, Bassini, Baiamonti…).

Davanti alla recinzione che sigilla le ex Officine del gas, dismesse lasciando spazio alla rigenerazione del verde, chi scrive ha descritto La Goccia come un luogo selvaggio, grande come parco Sempione e ricco di più di 2000 alberi e piante che danno rifugio a diversi animali, ma in grave pericolo di disboscamento.

Don Giovanni Confetta, attraverso la “Laudato sii” di Francesco d’Assisi ci ha ricordato che dobbiamo preservare quei luoghi della natura che sanno parlarci della relazione tra tutte le creature e della grandezza del Creatore. Edi Sanna del comitato ha proprio descritto l’impressione mistica che il bosco della Goccia trasmette a chi vi si addentra, ora anche lungo un clandestino percorso di sculture.

A Villapizzone, dove si è concluso il cammino, ci siamo immersi nel parco secolare di una cascina nobiliare, concessa e curata da una coraggiosa comunità di sei famiglie che, come ha spiegato Massimo Nicolai, danno ospitalità a persone in difficoltà. In questa oasi metropolitana la pastora Daniela di Carlo, citando l’episodio di Rut la Moabita, ci ha ricordato che esistono ben 820 milioni di Rut nel mondo, donne, uomini, bambini, costrette a spigolare quel che resta della mietitura. Cioè a vivere, come indica l’ONU, con meno di due dollari al giorno. La pastora Cristina Arcidiacono ha incoraggiato all’impegno, con la fiducia nel patto che Dio ha stretto con l’umanità dopo il diluvio. Mentre nel saluto finale, Anna Bossi del Gallo Verde ha ribadito la necessità di mantenerci profetici testimoni del nostro tempo, tra preoccupazione ecologica e ricerca di giustizia sociale.

 

Francesca Grazzini

ai piedi del gasometro 

Alcuni video che sono stati realizzatii sono disponibili sul seguente canale Youtube:

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